Care tutte e cari tutti,
ho letto più volte e con attenzione la vostra lettera aperta.
Molti dei firmatari li conosco di persona e tanti di voi sanno anche quanto
sia vivo il mio amore per la nostra struttura di Tirrenia che ho frequentato
per anni piacevolmente e nella quale torno sempre volentieri, anche per il
grande livello di autonomia personale che consente a me come a noi tutti
ciechi e ipovedenti.
Prima di rispondere alle domande che avete voluto rivolgermi, lasciatemi
esprimere in breve un paio di considerazioni.
La prima:
alla trasmissione radio mi sarei atteso una partecipazione più numerosa e
appassionata.
Così non è stato e ne ho preso atto, sebbene con un po’ di rammarico.
La seconda:
vi chiedo e chiedo a tutti di prendere le parole e le dichiarazioni per
quello che sono. Senza correre troppo avanti e senza precorrere i tempi.
Sono lieto che tutti apprezziate l’attuale gestione di Tirrenia.
Ebbene, per ora, stiamo discutendo, e dico stiamo discutendo, senza aver
venduto alcunché, con quella gestione, per trovare le soluzioni più adeguate
che ci garantiscano di conservare e non sgretolare nel nulla la nostra
Tirrenia, per oggi, per domani e per tanti anni ancora.
Le decisioni le adottano gli organi associativi.
Nel nostro caso, il Consiglio Nazionale.
Come ho sempre ripetuto, il presidente non è il padrone dell’Unione, ma un
umile servitore pro tempore.
La decisione, data l’importanza del tema, sarà comunque accompagnata da un
sondaggio tra i soci, oltre che sancita da una deliberazione formale del
Consiglio Nazionale.
Lasciatemi il tempo di elaborare una proposta concreta; di sottoporla agli
altri; di discuterla con tutti.
Non siamo oggi ancora a questo stadio, sebbene io ne abbia già tracciato in
altro messaggio i punti salienti.
La struttura di Tirrenia è nostra e lo rimarrà per tanti e tanti anni
ancora.
Così tanti che ciascuno di noi si stancherà perfino di andarci.
E ora veniamo alle domande che mi avete cortesemente rivolto e delle quali
vi ringrazio.
La prima chiede, in pratica, perché non cerchiamo di ottenere finanziamenti
pubblici per la nostra Casa Vacanze, così come facciamo per la Biblioteca di
Monza, il Libro Parlato, ecc…
Sarebbe bello poterli ottenere. Ma temo che la crisi finanziaria
persistente, i continui tagli delle leggi di Bilancio e la stretta che si fa
di anno in anno più soffocante, ci lascino davvero poche speranze.
E poi, suvvia, crediamo davvero di poter ottenere denaro dello Stato per
finanziare una Casa vacanze?
Con i fondi tagliati per l’autosufficienza, la convenzione ONU non applicata
e le centinaia di persone tra noi in attesa da anni di un dignitoso
collocamento come centralinisti?
No, amiche e amici. Questo Presidente non metterà la propria faccia e
soprattutto quella dell’Unione su una simile richiesta da portare in
Parlamento.
Alla seconda domanda forse ho già risposto più sopra, ma confermo che la
nostra struttura di Tirrenia, come detto da me e da Katia Caravello, rimarrà
viva e funzionante, a nostra disposizione per anni e anni ancora.
purché sapremo essere saggi, accorti, intelligenti.
La terza domanda in pratica ci invita ad accrescere l’importo annuale
dell’affitto odierno.
Non lo facciamo proprio perché i rappresentanti della gestione attuale
vogliamo tenerli, non fare sì che scappino via a gambe levate appena
chiedessimo loro l’aumento del canone di affitto.
Noi dobbiamo tenere fermo il nostro obiettivo:
avere e conservare una gestione finalmente soddisfacente, come quella
attuale, senza tuttavia gravare sul Bilancio dell’Unione per le spese di
manutenzione ordinaria e soprattutto straordinaria, oggi stimate in un
minimo di 700, 800 mila Euro.
E questi servono subito! Pena l’impossibilità di aprire a pieno regime già
questa estate.
La quarta domanda riguarda il possibile incremento dei prezzi della spiaggia
e in spiaggia.
Non succederà. Semplicemente perché la struttura sarà nostra per tanti e
tanti anni ancora e dunque non vedo ragione perché venga ritirata l’attuale
concessione.
Comunque si tratta di un punto sensibile sul quale la nostra vigilanza sarà
massima.
In conclusione, questa dirigenza, permettetemi di dirlo, ama le nostre
strutture, rispetta i nostri soci e i nostri utenti, non opera per fregare
nessuno o approfittare di nessuno.
Le chiacchiere sui palazzi di Roma a disposizione fanno davvero sorridere.
Qui vi sono dirigenti che viaggiano tutte le settimane, spesso in condizioni
disagiate; quasi sempre senza accompagnatori; attenendosi a regole ferree
relative a rimborsi che sono di 60 Euro al giorno per il vitto e, quando le
disponibilità di stanze nostre sono esaurite, di 60 Euro in camera singola e
cento in camera doppia.
Dico questo non per accampare meriti e diritti. La scelta di fare i
dirigenti è stata personale, responsabile e consapevole. Con tutte le
conseguenze che ne derivano.
Dico questo solo per dare l’idea della vita puotidiana di chi
settimanalmente passa uno, due, tre giorni a Roma per fare il dirigente.
Per favore, a tutte e a tutti voi, chiedo un atto di fiducia e di
responsabilità.
Se non ci beccheremo tra noi come i poveri polli di Renzo, vedrete che
preserveremo non solo la nostra struttura di Tirrenia, ma anche e
soprattutto l’insieme dei valori di solidarietà e di fraternità che la
nostra Associazione esprime ed è capace di portare nel contesto civile e
sociale più ampio.
Un abbraccio e cari auguri a ciascuno di voi e a tutti i nostri soci.
Mario Barbuto